lunedì 1 maggio 2017

L'arte della divinazione (parte 1): metodi antichi






Divinazione. Chiunque avrà sentito parlare almeno una volta nella vita di previsione del futuro, ma di cosa si tratta nello specifico? Sentendo parlare di divinazione molti potrebbero pensare alla vecchia strega che compie strani sortilegi e malefici nella sua capanna, ma il prevedere il futuro è una vera e propria arte che esiste fin dall’alba dei tempi e che va molto al di là di bizzarri stereotipi comuni nella cultura di massa. Senza considerare il fatto che migliaia di persone guardino l’oroscopo alla TV o lo leggano su delle riviste, oroscopo banale e pieno di sciocchezze non fondato su studi astrologici, e poi magari ridono dietro a una zingara che legge la mano o le carte; ma si sa: l’uomo ama crogiolarsi nella propria superficialità. Ma non mi dilungherò troppo su questo concetto.




Una delle forme più antiche di divinazione della storia si chiamava aeromanzia, e si trattava semplicemente della previsione del futuro a seconda del tempo atmosferico, dell’osservazione dei cieli e delle nuvole; in pratica quello che oggi la meterologia sa fare in modo scientifico con una strumentazione estremamente sofisticata veniva fatto ad esempio dalle civiltà etrusche circa tremila anni fa; ovviamente all’epoca non vi erano strumenti elaborati come quelli di cui disponiamo oggi, tuttavia la sostanza era molto simile. La verità è che la natura contiene un’infinità di indizi e suggerimenti che ci permetterebbero di “prevedere” degli accadimenti futuri, e più un uomo è a contatto con la natura e più sa cogliere e interpretare questi indizi, basti solo semplicemente pensare anche al contadino di oggi che conosce quasi istintivamente i segnali della natura e si comporta di conseguenza con il suo raccolto. 




Un’altra tecnica di divinazione molto utilizzata nell’antichità era la piromanzia, ossia la lettura del futuro per mezzo del fuoco. Questo, infatti, è sempre stato una fonte di ispirazione per profeti e maghi per le vibrazioni che emette e lo stato d’animo che infonde. Un tempo il fuoco era infatti visto come una divinità presso cui leggere il futuro. Con il passare dei secoli questa arte andò affinandosi fino a che non si crearono dei veri e propri rituali. Un metodo, ad esempio, consisteva nel leggere le immagini tra le fiamme; il legno ovviamente doveva avere una stagionatura giusta, perché si credeva che l’umidità del legno bloccasse la via al cuore dello stesso; in più il fuoco doveva avere un aspetto vivo e rigoglioso.


Inerentemente a questo ambito vi solo altre forme di divinazione, come la capnomanzia o la spodomanzia, che prevedevano l’utilizzo del fumo. L’incenso, ad esempio, è utilizzato da moltissime religioni come metodo di purificazione dalle forze del male. In questo caso la capnomanzia si svolgeva generalmente con un fuoco sacrificale, su cui venivano fatti bruciare oggetti, per vedere in che modo essi si modificassero o come si sviluppasse il fumo (se questo saliva dritto, allora il presagio era favorevole). La spodomanzia, invece, consisteva nello studio delle forme delle ceneri rimaste dopo un sacrificio agli dei.




Anche altri elementi naturali come l’acqua e la terra sono stati spesso utilizzati come fonte spirituale per la divinazione. L’idromanzia (utilizzo dell’acqua), infatti, era molto utilizzata ad esempio tra i Babilonesi, i quali erano soliti predire il futuro a seconda dell’aspetto dei fiumi; gli antichi egizi utilizzavano il Nilo a questo proposito; oppure i greci si affidavano a laghetti o sorgenti, in cui buttavano sassolini di diverse dimensioni e, a seconda del numero delle onde che si formavano nell’acqua, decidevano se il futuro sarebbe stato favorevole (numero dispari di anelli) o sfavorevole (numero pari).

O ancora esisteva la geomanzia, cioè l’interpretazione delle forme ottenute lanciando una manciata di terra, sabbia o polvere.




 In genere gli scettici sono così banali, prevedibili  e poco intuitivi che è possibile intuire facilmente quali contro argomentazioni potrebbero portare per testimoniare il fatto che tutte queste pratiche divinatorie non fossero valide e non lo siano ancora oggi; qualcuno infatti potrebbe enunciare la pareidolia, ossia la capacità psicologica intrinseca di ogni essere umano di vedere volti e forme dove non ci sono (ad esempio nelle montagne); tuttavia non perderò del tempo enunciando il fatto che senza la psicologia, considerata un secolo fa (e da alcuni ancora oggi) pseudoscienza, non ci sarebbe una spiegazione a questo fenomeno; inoltre la presenza di un significato scientifico dietro a un avvenimento non preclude a priori la possibilità della coesistenza di una componente spirituale.




Da un punto di vista spirituale moltissime civiltà antiche erano molto più avanti di noi, vivendo in stretto contatto con la natura; noi esseri umani, invece, oggi, ci siamo allontanati dalla spiritualità rifugiandoci in un amore incondizionato per un superficiale pragmatismo sfrenato a cui la nostra società moderna, la stessa società che si serve di noi uomini come macchine da produzione, ci educa. Forse se guardassimo alla spiritualità (e con spiritualità non intendo la religione, sia chiaro) con una mentalità più aperta e introspettiva capiremmo che abbiamo molto da apprendere in questo campo da popolazioni che sono vissute anche migliaia di anni prima di noi. Forse dovremmo impegnarci ad essere più ricettivi in ambito spirituale, e ciò non vuol dire che dobbiamo credere a qualsiasi sciocchezza ci venga propinata, ma che dobbiamo ricollegarci con il nostro io più interiore, perché ogni uomo nella propria coscienza più profonda ha da sempre un legame con un qualcosa di superiore che aspira a raggiungere. Noi esseri umani disponiamo di un potere mentale fortissimo che è l’intuizione, quindi è positivo per noi e anche per il mondo che ci circonda imparare a usufruirne al massimo delle nostre capacità.


                                                                             - Niccolò

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