Divinazione. Chiunque avrà sentito parlare almeno una volta
nella vita di previsione del futuro, ma di cosa si tratta nello specifico?
Sentendo parlare di divinazione molti potrebbero pensare alla vecchia strega
che compie strani sortilegi e malefici nella sua capanna, ma il prevedere il
futuro è una vera e propria arte che esiste fin dall’alba dei tempi e che va molto al di là di bizzarri
stereotipi comuni nella cultura di massa. Senza considerare il fatto che migliaia di persone guardino l’oroscopo
alla TV o lo leggano su delle riviste, oroscopo banale e pieno di sciocchezze
non fondato su studi astrologici, e poi magari ridono dietro a una zingara che
legge la mano o le carte; ma si sa: l’uomo ama crogiolarsi nella propria
superficialità. Ma non mi dilungherò troppo su questo concetto.
Una delle forme più antiche di divinazione della storia si
chiamava aeromanzia, e si trattava semplicemente della previsione del futuro a
seconda del tempo atmosferico, dell’osservazione dei cieli e delle nuvole; in
pratica quello che oggi la meterologia sa fare in modo scientifico con una
strumentazione estremamente sofisticata veniva fatto ad esempio dalle civiltà
etrusche circa tremila anni fa; ovviamente all’epoca non vi erano strumenti elaborati
come quelli di cui disponiamo oggi, tuttavia la sostanza era molto simile. La
verità è che la natura contiene un’infinità di indizi e suggerimenti che ci
permetterebbero di “prevedere” degli accadimenti futuri, e più un uomo è a
contatto con la natura e più sa cogliere e interpretare questi indizi, basti
solo semplicemente pensare anche al contadino di oggi che conosce quasi
istintivamente i segnali della natura e si comporta di conseguenza con il suo
raccolto.
Un’altra tecnica di divinazione molto utilizzata nell’antichità
era la piromanzia, ossia la lettura del futuro per mezzo del fuoco. Questo,
infatti, è sempre stato una fonte di ispirazione per profeti e maghi per le
vibrazioni che emette e lo stato d’animo che infonde. Un tempo il fuoco era
infatti visto come una divinità presso cui leggere il futuro. Con il passare
dei secoli questa arte andò affinandosi fino a che non si crearono dei veri e
propri rituali. Un metodo, ad esempio, consisteva nel leggere le
immagini tra le fiamme; il legno ovviamente doveva avere una stagionatura
giusta, perché si credeva che l’umidità del legno bloccasse la via al cuore
dello stesso; in più il fuoco doveva avere un aspetto vivo e rigoglioso.
Inerentemente a questo ambito vi solo altre forme di
divinazione, come la capnomanzia o la spodomanzia, che prevedevano l’utilizzo
del fumo. L’incenso, ad esempio, è utilizzato da moltissime religioni come
metodo di purificazione dalle forze del male. In questo caso la capnomanzia si
svolgeva generalmente con un fuoco sacrificale, su cui venivano fatti bruciare
oggetti, per vedere in che modo essi si modificassero o come si sviluppasse il fumo
(se questo saliva dritto, allora il presagio era favorevole). La spodomanzia,
invece, consisteva nello studio delle forme delle ceneri rimaste dopo un
sacrificio agli dei.
Anche altri elementi naturali come l’acqua e la terra sono
stati spesso utilizzati come fonte spirituale per la divinazione. L’idromanzia
(utilizzo dell’acqua), infatti, era molto utilizzata ad esempio tra i
Babilonesi, i quali erano soliti predire il futuro a seconda dell’aspetto dei
fiumi; gli antichi egizi utilizzavano il Nilo a questo proposito; oppure i greci si affidavano a laghetti o sorgenti, in cui buttavano sassolini
di diverse dimensioni e, a seconda del numero delle onde che si formavano nell’acqua,
decidevano se il futuro sarebbe stato favorevole (numero dispari di anelli) o
sfavorevole (numero pari).
O ancora esisteva la geomanzia, cioè l’interpretazione delle
forme ottenute lanciando una manciata di terra, sabbia o polvere.
In genere gli
scettici sono così banali, prevedibili e
poco intuitivi che è possibile intuire facilmente quali contro argomentazioni
potrebbero portare per testimoniare il fatto che tutte queste pratiche
divinatorie non fossero valide e non lo siano ancora oggi; qualcuno infatti
potrebbe enunciare la pareidolia, ossia la capacità
psicologica intrinseca di ogni essere umano di vedere volti e forme dove non ci
sono (ad esempio nelle montagne); tuttavia non perderò del tempo enunciando il
fatto che senza la psicologia, considerata un secolo fa (e da alcuni ancora
oggi) pseudoscienza, non ci sarebbe una spiegazione a questo fenomeno;
inoltre la presenza di un significato scientifico dietro a un avvenimento non
preclude a priori la possibilità della coesistenza di una componente
spirituale.
Da un punto di vista spirituale moltissime civiltà antiche erano
molto più avanti di noi, vivendo in stretto contatto con la natura; noi esseri
umani, invece, oggi, ci siamo allontanati dalla spiritualità rifugiandoci in un
amore incondizionato per un superficiale pragmatismo sfrenato a cui la nostra
società moderna, la stessa società che si serve di noi uomini come macchine da
produzione, ci educa. Forse se guardassimo alla spiritualità (e con
spiritualità non intendo la religione, sia chiaro) con una mentalità più aperta
e introspettiva capiremmo che abbiamo molto da apprendere in questo campo da
popolazioni che sono vissute anche migliaia di anni prima di noi. Forse
dovremmo impegnarci ad essere più ricettivi in ambito spirituale, e ciò non vuol
dire che dobbiamo credere a qualsiasi sciocchezza ci venga propinata, ma che
dobbiamo ricollegarci con il nostro io più interiore, perché ogni uomo nella
propria coscienza più profonda ha da sempre un legame con un qualcosa di
superiore che aspira a raggiungere. Noi esseri umani disponiamo di un potere
mentale fortissimo che è l’intuizione, quindi è positivo per noi e anche
per il mondo che ci circonda imparare a usufruirne al massimo delle nostre
capacità.
- Niccolò
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