The Circle. Film attesissimo scritto e diretto da James Ponsoldt esce nel mondo il 28 Aprile del 2017 e non ottiene il successo sperato.
Il film tratta dell’evoluzione di
un’azienda, che non è una normale azienda ma è un vero e proprio microcosmo
sociale, dove i dipendenti vivono e tessono le loro relazioni interpersonali in un ambiente "aperto",
oltre che lavorare. La protagonista, Mae Holland, interpretata da Emma Watson,
viene assunta in questa azienda, dal nome “The Circle”, e tutto nella sua vita
inizia ad andare alla grande; ma ecco che improvvisamente la faccenda assume
una piega bizzarra e grottesca nel momento in cui lei si accorge del fatto che
la vita di chiunque all’interno di The Circle è pubblica, e tutti possono
sapere tutto di tutti. Questa cosa si fa sempre più inquietante, fino all’estremo
in cui ogni singolo istante di vita di Mae diventa monitorato costantemente e
trasmesso a tutto il mondo. Chiunque si aspetterebbe che la ragazza capisca
quanto un sistema del genere sia dannoso per l’individuo perché è mirato ad
abolire completamente la proprietà privata, “i segreti sono bugie” è il motto, ma
invece Mae, acquisendo importanza all’interno dell’ambiente, porta il sistema
ad essere invasivo al 100%, mentre la vita di chiunque diventa monitorata
costantemente da videocamere, droni, e sistemi informatici di ogni sorta ventiquattro
ore su ventiquattro.
Sicuramente non è una trama
innovativa, e sicuramente non è un capolavoro di film, infatti a tratti può
sembrare banale e scontato; tuttavia è un lungometraggio dalle tematiche molto
attuali, che è capace di offrire numerosi spunti di riflessione. In una società
come la nostra sempre più connessa con social network e Google, ormai c’è
sempre meno spazio per la privacy e per i segreti; la nostra vita è sempre più
osservata da telecamere poste ormai ovunque. C’è sempre più la convinzione che
se uno non ha niente da nascondere non abbia alcun motivo per avere segreti, il
che è totalmente errato, perché la privacy non è uno strumento per nascondersi,
ma un privilegio e un diritto di ogni individuo per preservare la naturalezza
della propria esistenza, e di conseguenza la propria libertà.
Quindi è un film che è stato demolito dalla critica mondiale, la quale ha criticato alcuni elementi come la scontatezza della trama e il finale inaspettato e poco soddisfacente, praticamente ai critici piace smentirsi da soli. In realtà è un film tutt’altro che banale nel momento in cui non ci si ferma alla semplice trama ma si contestualizzi il tutto nella società moderna, dove un diritto dell’uomo che è la privacy è sempre più calpestato; tuttavia a nessuno importa perché la privacy non è qualcosa di tangibile o quantificabile, non è concreta, quindi alle persone pigre e poco riflessive basta riuscire a continuare a vivere con quella manciata di valori (che si crede fondamentali) come il proprio posto nella società e la famiglia per disinteressarsi di tematiche invece delicatissime come la privacy. Sicuramente un film poco compreso dalla massa che va al cinema per essere violentata a livello sensoriale dai piacevoli effetti speciali di una sfilza ormai interminabile di remake e sequel, massa che si eccita per poco e che non ha mai il coraggio o la voglia di riflettere in modo critico; massa che diventa sempre più cerebrolesa dalla rapidità intrattenitiva della TV e delle false relazioni interpersonali su cui la società si fonda; massa che non ha passioni, che non ha una fiamma creativa che alimenta le proprie decisioni, che non ha sogni perché “i sogni sono per bambini”, e che sta perdendo sempre più il contatto con la spiritualità per uno scetticismo sempre più pragmatico a cui la società, sempre più veloce, pratica e produttiva, ci educa. Osservando, quindi, la condizione della maggior parte delle persone che vivono oggi in questo mondo ci si accorge che forse un futuro come quello ritratto nel film non è affatto lontano.
- Niccolò
Quindi è un film che è stato demolito dalla critica mondiale, la quale ha criticato alcuni elementi come la scontatezza della trama e il finale inaspettato e poco soddisfacente, praticamente ai critici piace smentirsi da soli. In realtà è un film tutt’altro che banale nel momento in cui non ci si ferma alla semplice trama ma si contestualizzi il tutto nella società moderna, dove un diritto dell’uomo che è la privacy è sempre più calpestato; tuttavia a nessuno importa perché la privacy non è qualcosa di tangibile o quantificabile, non è concreta, quindi alle persone pigre e poco riflessive basta riuscire a continuare a vivere con quella manciata di valori (che si crede fondamentali) come il proprio posto nella società e la famiglia per disinteressarsi di tematiche invece delicatissime come la privacy. Sicuramente un film poco compreso dalla massa che va al cinema per essere violentata a livello sensoriale dai piacevoli effetti speciali di una sfilza ormai interminabile di remake e sequel, massa che si eccita per poco e che non ha mai il coraggio o la voglia di riflettere in modo critico; massa che diventa sempre più cerebrolesa dalla rapidità intrattenitiva della TV e delle false relazioni interpersonali su cui la società si fonda; massa che non ha passioni, che non ha una fiamma creativa che alimenta le proprie decisioni, che non ha sogni perché “i sogni sono per bambini”, e che sta perdendo sempre più il contatto con la spiritualità per uno scetticismo sempre più pragmatico a cui la società, sempre più veloce, pratica e produttiva, ci educa. Osservando, quindi, la condizione della maggior parte delle persone che vivono oggi in questo mondo ci si accorge che forse un futuro come quello ritratto nel film non è affatto lontano.
- Niccolò
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