mercoledì 3 maggio 2017

Fuochi fatui: miti e leggende


I fuochi fatui sono fiammelle di colore variabile (dal blu, al verde, al giallo, al rosso) che appaiono di notte in luoghi specifici, come cimiteri, paludi o stagni. Hanno molti nomi diversi perché esistono numerose leggende su di essi, derivanti da culture diverse. Ultimamente è diffusa un’ipotesi sulla loro origine, ovvero che si tratti di fiammelle derivate dalla combustione del metano e della fosfina dovuta alla decomposizione di resti organici. I testimoni di questo fenomeno, però, affermano che i fuochi fatui siano freddi, perciò l’ipotesi precedente è da scartare, perché, senza manifestazione di calore,  è improbabile che si tratti di una vera e propria combustione. Le leggende sui fuochi fatui sono numerosissime e in questo articolo riporterò le principali.

CULTURA ANGLOSASSONE

Nella cultura anglosassone, il nome di queste fiammelle è Will o’ the Wisp e deriva dalla storia di un personaggio di nome Will. Will era un fabbro, che era stato malvagio in vita e, quando arrivò alla fine dei suoi giorni, ricevette una possibilità di redenzione da San Pietro. Essendo l’uomo incapace di porre rimedio ai propri errori, come punizione per le sue ripetute malefatte, venne condannato a vagare per sempre sulla Terra, con un pezzo di carbone luminoso per scaldarsi e cercare la strada per la redenzione. Will, però, usò il carbone non per redimersi, bensì per attirare le persone in fitte foreste o pericolose paludi, conducendole alla morte. Da questa vicenda si può capire che nella cultura anglosassone, i fuochi fatui siano considerati delle entità maligne.

CULTURA IRLANDESE

In Irlanda, il nome dei fuochi fatui è Jack-o’-Lantern, derivante dalla storia di un uomo dipendente dall’alcool (di nome Jack), che riuscì ad ingannare il diavolo per saldare un suo debito in un locale. A causa del suo comportamento, egli venne bandito sia dal paradiso, sia dall’inferno, e fu costretto a vagare per l’eternità sulla terra, dotato solamente di una lanterna. Anche in questa cultura, queste fiammelle sono viste come esseri maligni

FOLKLORE GALLESE

In Galles i fuochi fatui prendono il nome di fuochi fatati. Secondo una storia popolare, questi fuochi venivano trasportati da un folletto, di nome Pwca; la storia narra che un viandante, di sera, sulla strada del ritorno verso casa, vide nella nebbia una debole luce muoversi a poca distanza dal suolo. Nella penombra gli parve di scorgere anche un piccolo uomo ricurvo che sorreggeva la lanterna da cui derivava la luce. L’uomo seguì la luce e l’omino per diversi chilometri, pensando che lo avrebbe condotto a casa , ma, di colpo, si ritrovò sull’orlo di un precipizio, in fondo al quale scorreva impetuoso il torrente in piena. In quel momento, il viandante si rese conto che la luce era sospesa a mezz’aria, al di sopra del torrente, anche se nel buio gli sembrava di vedere ancora il piccolo uomo che sorreggeva la luce guardarlo con uno sguardo maligno, e ridacchiare. Poi, la luce svanì di colpo, e l’uomo si ritrovò solo, a chilometri da casa, nel buio più totale e sull’orlo di un precipizio. Anche in questa cultura, i fuochi fatui sono esseri malvagi che conducono i viventi alla morte.

DANIMARCA, FINLANDIA E SVEZIA

In questi paesi, alle fiammelle colorate, viene dato il nome di Lygtemænd (uomo-lanterna) e si tratta di un piccolo folletto che, nel  periodo autunnale, nasconde grandi tesori in terreni paludosi o sul fondo dei laghi, accendendo una fiamma sopra il nascondiglio, cosicché un fortunato passante possa trovarlo. Al contrario della cultura anglosassone, in questi paesi i fuochi fatui sono visti come creature benevole.

FRANCIA


In Francia, i Feau Boulanger, sono anime perdute appartenute a persone, principalmente bambini, morte senza aver ricevuto il sacramento del battesimo, e che, di conseguenza, sono costrette a vagare senza pace sulla terra. Secondo le leggende ci sono due modi per aiutare le anime di queste persone a trovare la pace:
·        

  • Rivoltare il proprio cappello o mantello, in modo che il fuoco possa perdersi al suo interno.·         
  • Piantare un coltello nel terreno, con la lama rivolta verso l’alto, in modo che l’anima possa suicidarsi e liberarsi dalla maledizione.

ITALIA – TRENTINO

Una volta, in Trentino, esisteva un paesino, di nome Piubago , che venne raso al suolo da un terremoto e da un’inondazione del vicino torrente. Del paese non rimase nulla, tranne la chiesa di San Giacomo e, secondo la leggenda, camminando in quella zona, ancora oggi, è possibile vedere delle luci vagare per la piana. Ci sono due teorie sulla natura di quelle luci:
·         Sono le anime degli abitanti del paese che vagano alla ricerca della chiesa di San Giacomo
·         Sono le anime degli abitanti defunti prima della catastrofe, che hanno interrotto il loro sonno quando il paese è stato distrutto, e che sono alla ricerca delle tombe in cui riposavano


ITALIA – SONDRIO


Questo fenomeno,  localmente viene definito “il caso delle inquietanti fiammelle di Caiolo e di Berbenno”. I viandanti che, dopo il crepuscolo, percorrono una strada di campagna nella piana di Caiolo, vengono inseguiti da fiammelle misteriose che sorgono all’improvviso dal terreno e vagano come anime in pena .Nel folklore locale si continua a pensare al diavolo, alle streghe e a tutte le creature della notte.

Valentina


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