giovedì 25 maggio 2017

Demoni: descrizione e gerarchia


Il Demone (dal greco antico δαίμων = Dáimōn) è, nella cultura religiosa e nella filosofia greca, un essere che si pone in uno stato intermedio tra ciò che è Divino e ciò che è umano, e ha la funzione di intermediare tra questi due stati. Si tratta di esseri di forma antropomorfa, a volte deformi, con corna di numero variabile da due a quattro e occhi di colore mutevole. Possono essere dotati di ali di colore scuro (rosso, nero o marrone),elastiche e resistenti, sulla cui punta può essere presente un affilato artiglio. All’interno del corpo, lo spirito del demone è racchiuso nel Raugbar, una sfera di cristallo da cui esso controlla tutti i movimenti e le funzioni vitali. Da questa sede, lo spirito ha il completo controllo sulle funzioni dell’organismo, perciò  è in grado di accelerare il processo di cicatrizzazione, dotando queste creature del potere della rigenerazione. Il sangue che scorre all’interno del demone, si presenta come un liquido nero con potenti proprietà corrosive, in grado di corrodere qualsiasi superficie inorganica e bruciare ogni superficie organica. Queste oscure creature sono vulnerabili a diversi elementi:

·         La pioggia: se le gocce d’acqua entrano in contatto con la pelle della creatura, essa diventa molle e maggiormente vulnerabile alle ferite. Per questo, in caso di pioggia, il demone deve essere adeguatamente protetto ed è impossibilitato a volare. 

·         Aura divina: provoca dolore e sensazione di fastidio in tutto il corpo, facilmente sopportabile se l’aura è debole, molto fastidioso se l’aura è potente o sono presenti più aure. Il demone può cercare di contrastare l’aura divina con la sua aura oscura.

·         Lacrime di fata: un demone bagnato dalle lacrime di fata, versate per dolore o per amore, rimarrà gravemente ustionato.

GERARCHIA DEI DEMONI

Prima di vedere la gerarchia dei demoni, è necessario fare una prima distinzione tra due tipi di demoni: Incubi e Succubi. Gli Incubi sono di genere maschile e visitano le donne durante il sonno, posizionandosi sopra di esse e inducendole al peccato della lussuria; alcuni demoni Incubi visitano, invece, gli uomini, sedendosi sopra di essi per renderne difficile la respirazione. Le Succubi sono di genere femminile e visitano gli uomini durante il sonno per sedurli. Si dice che i rapporti tra esseri umani e demoni siano fertili e che esistano bambini demoni.
Succube


Incubo














La cabala ebraica (insieme degli insegnamenti esoterici e mistici propri dell’ebraismo rabbinico) divide i demoni in 7 categorie e 10 gruppi, ciascuno guidato da un demone. I sette gruppi sono:

·         Demoni del fuoco: abitano le regioni più lontane dell’inferno
·         Demoni dell’aria: dimorano e volano intorno agli uomini
·         Demoni della terra: si mescolano agli uomini con lo scopo di tentarli a ammaliarli
·         Demoni dell’acqua: vivono in mari, oceani e fiumi, provocando burrasche e naufragi
·         Demoni sotterranei: si nascondo nei pozzi e sono la causa di terremoti ed eruzioni vulcaniche
·         Demoni delle tenebre: vivono lontani dal sole
·         Demoni del ghiaccio: abitano i ghiacciai
Demone dell'acqua

Demone del fuoco











Queste categorie sono divise in dieci gruppi:

  1. Thamiel: i bicefali; spiriti in rivolta dominati da Moloch 
  2. Chaigidel: le scorze; spiriti di menzogna guidati da Belzebù
  3. Satariel: i velatori; spiriti della falsità diretti da Lucifero
  4. Gamchicolh: i perturbatori di anime; spiriti impuri governati da Astaroth
  5. Galb: gli incendiari; spiriti della collera guidati da Asmodeo
  6. Tagaririm: i litigiosi; spiriti della discordia guidati da Belphegor
  7. Harab: i corvi della morte; spiriti ribelli governati da Baal
  8. Sanmael: i battaglieri; spiriti della ferocia guidati da Amelech
  9. Iamaliel: gli osceni; spiriti dominati dal Lilith
  10. Reshaim: i malvagi; spiriti crudeli governati da Nahenia
Questo ultimo gruppo è ulteriormente suddiviso in tre sottogruppi :
  • ·         Gheburim: i violenti
  • ·         Raphaim: i vili
      ·                Anacim: gli anarchici

Valentina



lunedì 22 maggio 2017

Rubber's Lover - cyberpunk giapponese alla massima potenza



Valutazione: 8.5/10


Rubber's Lover è un film giapponese del 1996 diretto da Shozin Fukui, regista che era già noto nel panorama dark undergroung degli anni '80 per aver diretto quel macigno di 964 Pinocchio (e un paio di cortometraggi). Il suo primo lavoro completo era più un esercizio di stile mirato a disturbare lo spettatore e poco più con le sue adorate scene di vomito, urla e distorsioni visive e uditive, ma con Rubber's Lover Fukui si è davvero superato, aggiungendo uno spessore non irrilevante alla sua opera. Lo scheletro scenografico è simile a quello utilizzato nei suoi lavori precedenti: atmosfere cupe, luci stroboscopiche e disturbanti, ed estrema violenza fisica per condire il tutto; tuttavia, rispetto a 964 Pinocchio, qui il concetto è più elaborato e la struttura della trama è più lineare, quindi è più coeso e, allo stesso tempo, più apprezzabile del suo predecessore.
Fondamentalmente il film tratta di un laboratorio in cui scienziati eseguono esperimenti su cavie umane con lo scopo di sbloccare un certo potenziale psichico, tramite torture, droghe e rielaborazioni software. Dopo una serie di esperimenti andati male, il lavoro eseguito su un certo Shimika sembra avere successo, ma inaspettatamente quel potenziale psichico scatenato in lui finisce per ripercuotersi sugli scienziati in primis, e successivamente anche su Shimika stesso, il quale cade egli stesso vittima dei suoi poteri.
Tutto viene rappresentato con saturazioni di bianchi e neri al limite del guardabile, riprese frenetiche, colonne sonore abissali, scene gore da far impallidire l'Enigmista (con annesso il letterale stupro di tutti i tabù sociali e umani), e urla ininterrotte al limite del sopportabile; senza considerare l'accuratezza maniacale dei costumi fetish industrial in latex, con marchingegni meccanici annessi.


 Insomma, una specie di versione metallica di Frankenstein, una dinamite industrial/noise che esplode al rallentatore per un'ora e mezza di ipnotico clangore metallico e sconvolgente brutalità infernale; un capolavoro cyberpunk psichedelico grottesco, macabro e glaciale da orgasmo che ancora oggi ha ancora molte emozioni da trasmettere e materiale con cui stupire; un'opera miliare che difficilmente riuscirà ad avere rivali in quanto a valore artistico e capacità di penetrare mente e corpo dell'osservatore; ironicamente infatti lo spettatore viene modellato, esattamente come i soggetti umani all'interno del film vengono colpiti, distrutti e disintegrati dai suddetti esperimenti, venendo così portata a compimento una sorta di ricorsione e interscambio, secondo cui persino l'osservatore diventa una cavia umana nel processo.

domenica 21 maggio 2017

La Fenice


La fenice, conosciuta anche come uccello di fuoco, è nota per la sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri in seguito alla sua morte. Gli egizi furono i primi a parlare del “Bennu”, divinità con forma di uccello, consacrata al dio Ra e simbolo della rinascita dopo la morte, quindi della vita eterna. Bennu aveva le sembianze di un airone cenerino con la corona Atef o l’emblema del disco solare. Nella cultura greca, Bennu divenne Phoinix, un uccello sacro con le sembianze di un’aquila reale, il cui piumaggio era di colore sgargiante: collo color oro, corpo color rosso, coda con penne azzurre e rosa, ali oro e porpora e due piume, che scendono lungo il capo, color azzurro e rosa. 
Bennu

Questa creatura appare anche all’interno del libro della Bibbia:

·         Nella prima apparizione prende il nome di Milcham: dopo aver mangiato il frutto proibito dell’Eden, Eva, gelosa dell’immortalità delle altre creature, convinse tutti a mangiare il frutto. Tutte le creature cedettero, tranne Milcham, che fu ricompensata da Dio con una grande città fortificata, dove, ogni mille anni, l’uccello bruciava e rinasceva dalle ceneri.
·         La seconda figura è chiamata Ziz ed è collocata nel mito del Levietano e del Behemot: era rappresentante del cielo e si diceva che sarebbere rinato alla fine dei tempi da un uovo che egli stesso aveva deposto.

La figura della fenice si trova nelle culture di tutto il mondo.


Nei miti cinesi, viene chiamata Feng-Huang; oltre ad essere uno dei titoli dati all’imperatore, il Feng era simbolo di benessere e prosperità ed era rappresentato come un misto di diversi uccelli (come il pavone e la gru) in modo che fosse il più bello di tutti. Era simbolo di potere e saggezza e portava nel suo becco due pergamene dei testi sacri, nelle quali erano scritte le virtù cardinali.





Nella cultura indiana prende il nome di Garuda e ha le sembianze di un uccello antropomorfo che nacque durante la guerra tra i Naga e le Garuda. Visnu lo scelse come suo Avatar e destriero. Il Garuda sterminò e mangiò molti Naga, finché un principe buddista lo convinse a fermarsi e a riportare in vita le sue vittime. E’ simbolo di saggezza infinita.



In Giappone, la Fenice viene chiamata Ho-ho e viene rappresentata in modo simile a quella della cultura greca. Si dice che quando viene avvistata stia per arrivare una nuova era. Ad essa è ispirato il pokémon leggendario Ho-oh, apparso per la prima volta nella saga di videogiochi con “Pokémon Oro” e "Pokemon Argento".
Ho-ho

Ho-oh (pokémon)
     













Secondo i miti, la fenice ha un ciclo di vita che va dai 500 anni ai 50000 anni (a seconda della cultura). Raggiunto questo limite, essa si incendia e rinasce dalle proprie ceneri. In alcune leggende, questa creatura impiega 3 giorni per rinascere, ma nasce completamente adulta. La figura di questo animale mitologico, racchiude la ciclicità, il rinascere, ma, per contro, può costituire una trappola. In realtà la Fenice rappresenta l’eternità che si concentra nella ciclicità al fine di raggiungere un certo livello di consapevolezza ed una maturazione evolutiva: in quanto eterna, però, essa è libera di potersi svincolare da questo ciclo. Senza questa possibilità, essa rimarrebbe prigioniera di se stessa.

La fenice è anche chiamata “custode della sfera terrestre”, perché segue il sole nel suo giro, e, dispiegando le ali, ne ghermisce i raggi infuocati. Se essa non li intercettasse, né l’uomo né alcun altro essere vivente potrebbe sopravvivere.

Secondo le leggende, questo animale, dopo 500 anni di vita (o di più, a seconda della cultura), sente sopraggiungere la sua morte, si ritira in un luogo appartato e costruisce un nido sulla cima di una quercia o di una palma. Una volta trovato il luogo adatto, essa accatasta ramoscelli di mirto, incenso, mirra e le più pregiate piante balsamiche, con le quali intreccia un nido a forma di uovo. Infine vi si adagia, lascia che i raggi del sole la incendino, e si lascia consumare dalle sue stesse fiamme, mentre canta una canzone. Per via della cannella e della mirra che bruciano, la morte di una fenice è spesso accompagnata da un gradevole profumo. Successivamente, dal cumulo di cenere emerge una piccola larva (o un uovo), che i raggi solari fanno crescere rapidamente, fino a trasformarla nella nuova fenice nell’arco di tre giorni.

ALCUNE CURIOSITÀ
In onore della fenice vennero erette quattro piramidi:

  • ·         La piramide di Cheope, presso Giza, “Dove il sole sorge e tramonta”
  • ·         Ad Abusir, Sahura, "Splendente come lo spirito Fenice"
  • ·         Neferikare, “Dello spirito della fenice”
  • ·         Reneferef, “Divina come gli spiriti Fenice”


Una spiegazione ornitologica per il mito della Fenice, è che alcuni grandi volatili sbattono le ali sul fuoco per uccidere i parassiti col fumo. La Fenice, nel suo aspetto distruttore, viene a liberare il mondo dal male  (i parassiti), bruciandolo col Fuoco Spirituale.


Il numero che la mitologia associa al mito della Fenice è LXXI, ovvero 71: il numero 7 indica, secondo la mitologia, le ceneri (la fine), mentre il numero 1 indica la vita (l'inizio). Essa dalla fine ha un nuovo inizio.

Valentina

domenica 14 maggio 2017

Draghi: descrizione generale


Il drago è una creatura mitologica che ha sempre fatto parte dell'immaginario collettivo e si presenta come un enorme rettile, capace di sputare fuoco, con ali simili a quelle di un pipistrello, scaglie di lucertola o di serpente, corna e una lunga coda. Il termine “drago” deriva  dal greco δράϰων (drakon), che significa “serpente.  Queste bestie fantastiche compaiono in tutte le mitologie del mondo, e ogni cultura ha leggende e raffigurazioni diverse per tutti i mostri e le creature che sono state raggruppate sotto l’etichetta di drago. Alcuni popoli li associano alla religione o li considerano delle divinità, per altri rappresentano le forze della natura e l’universo nella loro forma primordiale, altri ancora li ricollegano con la saggezza e la longevità, mentre nelle visioni più negative sarebbero il simbolo del male, del peccato e dell’avidità. Fra gli animali realmente esistenti, a volte vengono chiamati "draghi" alcuni sauri, come il drago di Komodo, il drago barbuto, il drago d'acqua), il drago volante, e il drago marino comune.
Drago di Komodo
I draghi sono estremamente intelligenti e sorprendentemente longevi: la loro vita dura diverse centinaia di anni.  Il loro sviluppo può durare molti secoli prima di raggiungere la piena maturità, un uovo impiega non meno di un secolo per schiudersi; inoltre, solo dopo altre centinaia di anni il drago raggiungerà il suo massimo sviluppo, con la crescita sulla testa di lunghe corna. Grazie alla loro grande longevità, queste leggendarie creature, acquisiscono una conoscenza ed una saggezza senza pari: esse impiegano le loro spiccate abilità intellettive, di cui sono dotati, nello studio della magia, e durante la loro millenaria esistenza possono raggiungere livelli di conoscenza dell’arcano ben superiori ai più grandi maghi umani. I draghi sono molto fieri di sé, orgogliosi e consapevoli di essere tra le creature più potenti al mondo, perciò si reputano talmente superiori alle altre razze che non si intromettono quasi mai nelle vicende altrui, se non per diretto interesse. Amano la solitudine, pertanto in centinaia di anni non risulta abbiano mai formato una vera e propria comunità. È possibile utilizzare due metodi di distinzione per classificare questi animali fantastici: per classi (o famiglie) o per tipologie (o specie).

FAMIGLIE DI DRAGHI
Viverna

  •    Anfiterro: privo di ali e di zampe, ma dotato di piume, chiamato anche serpente piumato
  •   Lindworm: dotato di due zampe, ma privo di ali. Solitamente è rappresentato sugli stemmi araldici
  •  Viverna: dotato di ali e due zampe, che compaiono sugli stemmi araldici e in molti dipinti del medioevo e del rinascimento
  •  Draghi occidentali: dotati di quattro zampe e due ali
  • Draghi orientali: dotati di quattro zampe, ma privi di ali
  • Idra: dotato di più teste
  • Anfisbena: privo di ali e zampe (o con due zampe) dotato di due teste
  • Knucker: drago d’acqua dotato di ali corte che non gli permettono di volare
  • Anphitere: dotato di ali e piume
  • Flerula: ha le ali protette da squame

Si può fare un’ulteriore distinzione:
Drago nero

  • Draghi Celesti: di colore verde molto chiaro, erano a guardia del cielo ed erano gli unici ad avere cinque artigli per zampa.
  • Draghi Spirituali: di colore azzurro, erano i più venerati in quanto guardiani del vento, delle nuvole e dell’acqua, e da loro dipendeva il raccolto dei contadini.
  • Draghi Terrestri: di colore verde smeraldo, erano i guardiani dei corsi d’acqua, di cui ne regolavano il flusso. Vivevano nelle profondità dei fiumi.
  • Draghi Sotterranei: di colore dorato, erano i custodi di grandi ed immensi tesori, nonché  dispensatori di felicità eterna.
  • Draghi Rossi e Draghi Neri: creature violente e bellicose, che si scontravano continuamente nell’aria causando, con la loro energia, violente tempeste.

TIPOLOGIE DI DRAGHI
Drago asiatico

  •  Amphitere messicano: un enorme drago senza zampe e dalle ali piumate, che veniva venerato dalle antiche popolazioni del continente americano, le quali gli offrivano doni e sacrifici. Possiede inoltre, una vista acutissima ed un soffio infuocato letale.
  • Drago asiatico: è il tipico dragone orientale, dal corpo lungo, ricoperto da peluria e da squame, senza ali, ma comunque capace di volare, anche se si dice che questi draghi possano farsi crescere le ali, se vivono abbastanza a lungo. Ha il muso da coccodrillo, il corpo da serpente, la criniera e gli artigli da leone; sul muso sono presenti dei lunghi baffi filiformi, ed una cresta che lo percorre in tutta la sua lunghezza, lungo la schiena.
    Coccatrice
  • Coccatrice: diretta discendente del basilisco, è un serpente di appena 30 cm caratterizzato da una macchia a forma di corona sulla testa. Nato dalla testa di Medusa decapitata, e con un alito venefico in grado di trasformare i boschi in deserti, questo drago ha raccolto dal suo antenato un alito pestilenziale, ma molto meno potente. E’ caratterizzata da testa e zampe di gallo e di un corpo squamoso, dotato di ali membranose; la Coccatrice rientra a tutti gli effetti nella famiglia delle viverne e nasce quando un uovo deposto da un pollo di sette anni, viene covato per altri nove da un rospo o da un serpente.
  • Drago d’India: si divide in due sottospecie: il drago di palude e il drago di montagna. Entrambe le tipologie hanno le stesse caratteristiche fisiche, cioè due zampe e due ali, il corpo gigantesco e squamoso, una coda potentissima ed una gemma piantata nella fronte, ma mentre il primo è più lento e di colore nero, il secondo è più agile e socievole, con squame dorate ed una criniera color rosso fuoco. Le uova sono grandi e dure, di color grigio elefante.
  • Dragone: gigantesco animale serpentiforme dalla lingua triforcuta, già famoso nella Grecia antica per la sua infinita saggezza, e spesso si diceva parlasse per bocca degli oracoli.
  • Drago di Giaffa: mostro marino dall’aspetto simile a quello di una balena crestata e dalla lunga coda, è stato sconfitto a colpi di spada da Perseo, di ritorno verso casa con gli stivali alati, mentre il drago avanzava per divorare la propria vittima sacrificale, Andromeda, legata ad uno scoglio.
  • Drago multi teste: drago con più teste serpentine attaccate allo stesso tronco. Il loro numero è variabile, ma di solito è di sette o nove. Esistono differenti versioni del modo in cui questi draghi si riproducono: alcuni affermano che depongano uova, altri invece che perdano volutamente una delle loro teste, dalle quali svilupperà autonomamente un altro drago. Al contrario invece, tagliare una testa di questa creatura, ne fa sviluppare al suo posto altre due. Per quanto riguarda gli arti, questo drago presenta quattro zampe e un paio di ali.
  • Mushussu: drago alto quanto un cavallo, dal collo massiccio, con zampe anteriori da leone e posteriori da aquila; risale all’origine dei tempi, quando era compagno ideale di numerosi Dèi, dato il suo carattere docile.
    Mushussu
  • Piasa: grandi come un vitello, con corna di cervo, occhi rossi, una barba da tigre ed una spaventosa espressione. La faccia sembra quella di un uomo, il corpo è coperto di squame; la coda è così lunga da circondare tutto il corpo, passando sopra la testa e tra le gambe e termina come quella di un pesce”.
  • Serpente arcobaleno: gigantesca serpe multicolore con creste sfarzose lungo tutto il corpo. Le sue uova sono iridescenti ed a forma di goccia.
  • Salamandra: assomiglia all’omonimo animale reale: piccola, a quattro zampe, di forma simile ad un geco, che, però, nasconde una saliva letale, ed è invulnerabile alle fiamme. Si narra che il suo corpo sia così gelido che, rotolandosi nel fuoco, riesca perfino a spegnerlo; inoltre esse producono un materiale particolare, simile all’amianto per le proprietà ignifughe, chiamato “lana di Salamandra”.
  • Drago o serpente marino: sono creature senza arti né ali che vivono in acqua.
  • Drago occidentale: corna puntute, quattro zampe, ali membranose, aspetto da rettile e squame e scaglie su tutto il corpo. Queste caratteristiche unite alla sua capacità di sputare fuoco, lo rendono la prima immagine che ci viene in mente sentendo la parola “drago”.
  • Tarasco: è grande quanto un grosso bue, ha la testa di leone ed un corpo squamoso corazzato, rigido e coperto da spuntoni. Ha sei zampe simili a quelle dell’orso e la coda di serpente. 
  Valentina

giovedì 11 maggio 2017

The Circle: una riflessione





The Circle. Film attesissimo scritto e diretto da James Ponsoldt esce nel mondo il 28 Aprile del 2017 e non ottiene il successo sperato.

Il film tratta dell’evoluzione di un’azienda, che non è una normale azienda ma è un vero e proprio microcosmo sociale, dove i dipendenti vivono e tessono le loro relazioni interpersonali in un ambiente "aperto", oltre che lavorare. La protagonista, Mae Holland, interpretata da Emma Watson, viene assunta in questa azienda, dal nome “The Circle”, e tutto nella sua vita inizia ad andare alla grande; ma ecco che improvvisamente la faccenda assume una piega bizzarra e grottesca nel momento in cui lei si accorge del fatto che la vita di chiunque all’interno di The Circle è pubblica, e tutti possono sapere tutto di tutti. Questa cosa si fa sempre più inquietante, fino all’estremo in cui ogni singolo istante di vita di Mae diventa monitorato costantemente e trasmesso a tutto il mondo. Chiunque si aspetterebbe che la ragazza capisca quanto un sistema del genere sia dannoso per l’individuo perché è mirato ad abolire completamente la proprietà privata, “i segreti sono bugie” è il motto, ma invece Mae, acquisendo importanza all’interno dell’ambiente, porta il sistema ad essere invasivo al 100%, mentre la vita di chiunque diventa monitorata costantemente da videocamere, droni, e sistemi informatici di ogni sorta ventiquattro ore su ventiquattro.

Sicuramente non è una trama innovativa, e sicuramente non è un capolavoro di film, infatti a tratti può sembrare banale e scontato; tuttavia è un lungometraggio dalle tematiche molto attuali, che è capace di offrire numerosi spunti di riflessione. In una società come la nostra sempre più connessa con social network e Google, ormai c’è sempre meno spazio per la privacy e per i segreti; la nostra vita è sempre più osservata da telecamere poste ormai ovunque. C’è sempre più la convinzione che se uno non ha niente da nascondere non abbia alcun motivo per avere segreti, il che è totalmente errato, perché la privacy non è uno strumento per nascondersi, ma un privilegio e un diritto di ogni individuo per preservare la naturalezza della propria esistenza, e di conseguenza la propria libertà.

Quindi è un film che è stato demolito dalla critica mondiale, la quale ha criticato alcuni elementi come la scontatezza della trama e il finale inaspettato e poco soddisfacente, praticamente ai critici piace smentirsi da soli. In realtà è un film tutt’altro che banale nel momento in cui non ci si ferma alla semplice trama ma si contestualizzi il tutto nella società moderna, dove un diritto dell’uomo che è la privacy è sempre più calpestato; tuttavia  a nessuno importa perché la privacy non è qualcosa di tangibile o quantificabile, non è concreta, quindi alle persone pigre e poco riflessive basta riuscire a continuare a vivere con quella manciata di valori (che si crede fondamentali) come il proprio posto nella società e la famiglia per disinteressarsi  di tematiche invece delicatissime come la privacy. Sicuramente un film poco compreso dalla massa che va al cinema per essere violentata a livello sensoriale dai piacevoli effetti speciali di una sfilza ormai interminabile di remake e sequel, massa che si eccita per poco e che non ha mai il coraggio o la voglia di riflettere in modo critico; massa che diventa sempre più cerebrolesa dalla rapidità intrattenitiva della TV e delle false relazioni interpersonali su cui la società si fonda; massa che non ha passioni, che non ha una fiamma creativa che alimenta le proprie decisioni, che non ha sogni perché “i sogni sono per bambini”, e che sta perdendo sempre più il contatto con la spiritualità per uno scetticismo sempre più pragmatico a cui la società, sempre più veloce, pratica e produttiva, ci educa. Osservando, quindi, la condizione della maggior parte delle persone che vivono oggi in questo mondo ci si accorge che forse un futuro come quello ritratto nel film non è affatto lontano.

                                                                   - Niccolò

lunedì 8 maggio 2017

Animale guida


L’animale guida è un’entità strettamente personale che ci accompagna per tutta la vita o soltanto per un periodo limitato, che può durare anni o  qualche mese, a seconda di quello che dobbiamo apprendere e del tempo che impieghiamo per comprendere i suoi insegnamenti.  Prima di spiegare cosa sia l’animale guida, bisogna fare la distinzione con altri due tipi di entità: il famiglio e l’animale totem.

FAMIGLIO

Il famiglio è un animale in carne e ossa che, per tradizione, affianca la strega e la aiuta a svolgere i propri lavori magici. E’ quell’animale che si lega in modo particolare a una persona, assume atteggiamenti altrettanto particolari e ha un rapporto speciale con il proprio padrone.  A volte può sembrare che il famiglio capisca perfettamente lo stato d’animo e i pensieri del proprio compagno.



ANIMALE TOTEM

Il totem è un’entità naturale o soprannaturale che ha un significato simbolico particolare per una singola persona, un clan o una tribù, e al quale ci si sente legati per tutta la vita. E’ un animale che rappresenta le caratteristiche della persona o del gruppo a cui è associato, non è visto come entità astrale, ma come un simbolo. I poteri attribuiti a questo animale sono di ispirazione per il comportamento, i valori e  gli obbiettivi di crescita del gruppo o del singolo. Il totem  può essere liberamente scelto, come simbolo che ci rappresenti o che rappresenti qualità che vogliamo imitare o con cui sentiamo affinità.

ANIMALE GUIDA

Si tratta di uno spirito archetipo, cioè che riunisce in se stesso il potere e le caratteristiche di tutti gli individui della sua stessa specie, e può assumere diverse forme, anche umana e minerale.  Ogni animale guida è diverso dall’altro: anche nel caso in cui due o più persone condividano la stessa guida, non sarà identica, ma si presenterà a ognuno di loro con le caratteristiche più adatte a favorire la loro crescita personale. Il contatto con il proprio Animale è un rapporto di interscambio, in cui lui ci  insegna quei modi di comportarsi o quelle caratteristiche in cui noi siamo carenti, mentre noi gli forniamo energia con delle offerte, attraverso la danza o prestandogli semplicemente attenzione. Secondo la tradizione indiana, ogni persona ha nove spiriti animali: uno per il potere di ciascuna direzione (Nord, Est, Sud ed Ovest), uno per la della Terra, uno per il Cielo, uno per il Centro, ed infine due che ci accompagnano per tutta la vita, uno che cammina alla nostra destra, ed uno alla nostra sinistra.

TROVARE IL PROPRIO ANIMALE GUIDA

Condizione necessaria per incontrare il proprio animale guida è la disposizione adatta, cioè il rispetto e la disponibilità ad accettare l'aiuto che verrà offerto. Ci sono due metodi per trovare la propria guida: uno tramite una tecnica oracolare e uno tramite la meditazione. Il metodo oracolare prevede di scrivere su dei foglietti tutti gli animali guida, piegarli e mischiarli. Dopodiché si pescano nove foglietti e quelli saranno i vostri animali guida. Il metodo tramite meditazione richiede più tempo e bisogna ricordare di essere cortesi quando si ha a che fare con queste entità: se vedete un animale che si mostra aggressivo con voi o vi mostra i denti, terminate la meditazione e state tranquilli, non vi sarà fatto del male. Prima di iniziare, ponetevi le domande seguenti e rifletteteci, in modo da farvi un’idea di quale possa essere il vostro animale guida:

1.      Quale animale vi ha sempre affascinato?
2.      Immaginate di recarvi allo zoo, quale animale vorreste vedere subito?
3.      Quale animale incontrate maggiormente?
4.      Avete avuto incontri selvatici?
5.      Tra tutti gli animali quale vi interessa maggiormente?
6.      Avete sognato degli animali?
7.      Quale animale vi spaventa di più?
8.      Siete mai stati morsi o attaccati?

Dopodiché si può passare alla meditazione:

Mettetevi comodi su una sedia a schienale diritto o sdraiati. Chiudete gli occhi e dedicatevi all’esercizio di rilassamento,  finché il vostro corpo e la vostra mente non saranno riposati e in pace. A questo punto visualizzate davanti a voi una grotta o un’ apertura simile nella terra, che può essere anche il tronco cavo di un albero, una buca, un pozzo. Date a questa immagine il tempo di diventare ben nitida e stabile nella vostra mente, quindi procedete verso di essa e alla fine entratevi dentro. Non tentate di vedervi dall’ esterno, come se steste osservando il personaggio di un film, ma al contrario cercate di essere davvero intenti a camminare e a sentire l’ambiente circostante. Una volta dentro la grotta, vi verrà incontro una guida, che può assumere una tra molte forme. Maschile o femminile che sia, potrà essere percepita semplicemente come una luce splendente, mobile, o sotto le spoglie di un vecchio con la barba grigia o persino di un animale. Se la guida assume la forma animale, potete stare certi che non si tratta del vostro animale guida, ma di un compagno che vi condurrà nel reame interiore. Nelle profondità della grotta o dell’apertura, c’è una galleria che giunge nelle viscere della terra. La guida allora vi accompagnerà dentro la galleria. Percorrendola, può darsi che abbiate una sensazione di rapida accelerazione. Non allontanatevi: è perfettamente naturale e normale. Alla fine uscirete con la vostra guida in un paesaggio interiore. A questo punto concedetevi il tempo di acclimatarvi e guardarvi attorno. Di che genere di paesaggio si tratta? Ci sono alberi, montagne, fiumi, laghi? Che ora del giorno è? Fa freddo o caldo? Spira vento o l’aria è immobile?

Quando vi sentirete a vostro agio, sarà il momento di procedere all’esplorazione La guida attenderà il vostro ritorno. Il vostro scopo consiste nel cercare un animale (o più di uno) in questo paesaggio. Prendete nota di tutti quelli che vedete, e non sottovalutateli se sono minuscoli e sembrano insignificanti. Una volta visto un animale che sembri avere un’affinità con voi, siate pronti ad accogliere qualsiasi insegnamento voglia darvi. Quando sentite che l’esperienza è conclusa, prendete semplicemente congedo dal vostro animale e uscite dalla galleria con la vostra guida. Al momento di dare l’addio alla vostra guida all’imboccatura della grotta, createvi l’immagine della vostra stanza e gentilmente unitevi al vostro corpo: respirate a fondo ancora per un po’, muovete braccia e gambe,infine aprite gli occhi.